“LE LEGGI DELLA GRAVITA’” di Jean Teule’
Con Federica Di Martino ed altro attore in via di definizione
Regia Gabriele Lavia
NOTE
LES LOIS DE LA GRAVITE’ è un romanzo di Jean Teule’ da cui Gabriele Lavia ha tratto un lungo atto unico di circa un’ora e mezza. Racconta la storia di una donna che una notte di cattivo tempo va al Commissariato del suo quartiere e confessa l’assassinio del marito avvenuto una decina di anni prima. Il “caso” era stato “chiuso” come suicidio. Il marito si era gettato dal balcone, dell’undicesimo piano. La donna -ora- dice di averlo spinto-lei-giù dal balcone. Tra poco più di un’ora scadranno i termini per riaprire il “caso”. Leggi di gravità diverse: quella fisica di nove e ottantuno metri al secondo e l’altra, non misurabile, è la caduta delle coscienze, dentro i fallimenti delle proprie vite.
Una assassina che vuole essere arrestata e un tutore della legge che non vuole arrestarla. Chi è dalla parte della giustizia? E quale giustizia?
Una notte di pioggia, in Normandia.
“IL SOGNO DI UN UOMO RIDICOLO” di Fëdor Dostoevskij
“LAVIA DICE LEOPARDI” – Recital
NOTE
Lavia «dice Leopardi»: dice, perché non legge né interpreta, ma riversa sul pubblico, in un modo assolutamente personale nella forma e nella sostanza, le più intense liriche leopardiane, da A Silvia a Passero solitario, dal Canto
notturno di un pastore errante dell’Asia a La sera del dì di festa. Leopardi soggiornò a Pisa nove mesi fra il 1827 e il 1828, dove sembrò rinascere, e ritrovare un equilibrio che lo portò a stemperare di nuovo nella dolcezza
dell’intuizione poetica il disincanto e l’amarezza delle Operette morali. L’attore e regista milanese vuole rendere omaggio al poeta, al suo soggiorno pisano, a quella sua nuova voglia di sondare la parola e il suono in un momento della sua esistenza che si tramutò in esaltante creatività artistica. “Le poesie di Leopardi sono talmente belle e profonde che basta pronunciarne il suono, non ci vuole altro. Da ragazzo volli impararle a memoria, per averle sempre con me. Da quel momento non ho mai smesso di dirle. Per me dire Leopardi a una platea significa vivere una straordinaria ed estenuante esperienza. Anche se per tutto il tempo dello spettacolo rimango praticamente immobile, ripercorrere quei versi e quel pensiero equivale per me a fare una maratona restando fermo sul posto”.