GLAUCO MAURI / ROBERTO STURNO

GLAUCO MAURI / ROBERTO STURNO

“INTERNO BERNHARD – Il Riformatore del Mondo/Minetti”

Regia Andrea Baracco

(I° parte di stagione )

 

LO SPETTACOLO

Tutte le volte che ho letto un romanzo, un racconto, un testo di teatro, o anche soltanto osservato una sua foto, con quella sua figura slanciata e fasciata in un abito nero, Thomas Bernhard, mi ha dato sempre la sensazione di essere qualcuno da cui è meglio stare alla  larga. Bernhard è di pessimo umore, mi ritrovo a pensare. è un osso duro, e non fa nulla per nasconderlo. La sua prosa non permette al lettore di bluffare, è l’esatto opposto di quegli
autori che leggendoli ti puoi distrarre tanto poi recuperi, ecco, con Bernhard non lo puoi fare, se l’attenzione ti salta, se per un attimo la pigrizia prende il sopravvento, lui ti voltale spalle e basta.
Quello che c’è di sensazionale nella sua scrittura è che i suoi personaggi, di sicuro quelli presenti nel progetto Interno Bernhard, Minetti e Il Riformatore del Mondo, non sembrano affatto allontanarsi da questo, anzi sembrano essere l’incarnazione della sensazione di cui dicevo sopra. Questi personaggi, senza dubbio tra i più iconici nella drammaturgia della seconda metà del ‘900, non fanno assolutamente nulla per essere amati: il loro prepotente flusso verbale non lascia spazio al dialogo; la vocazione distruttiva nei confronti di ogni cosa o persona li circondi, non può che produrre una feroce e agognata solitudine. In poche parole, non sembra per loro esserci risarcimento possibile davanti alla beffa dell’esistenza.
«Ogni viaggio è un vero martirio, con tutta la fatica che mi sobbarco forse ci vorrebbe un posticino ben soleggiato, ma io odio il sole. Un posto all’ombra, ma odio anche l’ombra.
E poi mi annoio terribilmente, al mare mi viene mal di stomaco, le grandi città non le sopporto, in campagna è tutto così monotono. Quando sono a Parigi non so cosa darei per essere a Londra, se sono a Londra vorrei essere in Sicilia”. Queste parole ce le lancia addosso come pietre il protagonista de Il Riformatore del Mondo. Bernhard non ama affatto i movimenti, ne quelli veri, ne quelli falsi.
La scena su cui si aprono le pagine o si levano i sipari di Bernhard è quella del day after: l’esplosione è già avvenuta, è ormai lontana: il mondo, intatto solo in apparenza, è scardinato in profondità: follia, gelo, malattia e devastazione; ruota come impazzito seguendo un’orbita indecifrabile e assurda. Il superstite, con facoltà di parola, si pone di fronte a questo caos, a questo perturbamento: tenta di decifrarlo, di contrapporglisi:
persegue questo scopo con folle determinazione, pur essendo conscio che porterà soltanto, che forse ha già portato, alla dissoluzione fisica e mentale. L’unica possibilità di sopravvivenza sembra essere allora la ricerca della perfezione in campi che fino a poco tempo fa erano il luogo della bellezza, del senso; il teatro, la musica, la letteratura, la  filosofia. Ed ecco allora il grande attore Minetti in attesa di recitare per l’ultima, sublime
volta, il suo memorabile Lear; ecco che Il Riformatore del mondo, nonostante abbia da tempo deciso di ritirarsi a vita solitaria, accetti una Laurea Honoris Causa per aver cercato, con i suoi scritti, di dare un senso al caos.
Il titolo Interno Bernhard, nasce dalla certezza che sia Minetti, sia il Riformatore, pur nelle loro sostanziali differenze, abitino un luogo, che è da sempre lo stesso, e che va oltre il tempo della lettura o dell’aprirsi e del chiudersi di un qualche sipario. Se qualcuno li cercasse li può trovare lì, e nonostante la loro riconosciuta misantropia, o forse proprio facendo leva su essa, non avrebbero alcuna difficoltà ad aprire la porta, ad invitarti dentro e segnalarti una poltrona su cui sedere, il rischio è che poi i due personaggi bernardhiani, ti intrappolino così a fondo dentro la rete del loro fluviale pensiero da non lasciarti più andare via.

Andrea Baracco

 

 

-ripresa-

“VARIAZIONI ENIGMATICHE”  di Eric-Emmanuel Schmitt

Traduzione e adattamento Glauco Mauri – Musiche Vanja Sturno

Una partita a scacchi, un thriller psicologico, un incontro-scontro tra due uomini legati alla figura di una donna

Regia Matteo Tarasco

(marzo/aprile )

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