COMPAGNIA MAURI STURNO

COMPAGNIA MAURI STURNO

“RE LEAR”  di William Shakespeare

Traduzione di Letizia RussoRiduzione e adattamento di Andrea Baracco e Glauco Mauri

Con altri 10 attori in scena

Regia Andrea  Baracco

 

NOTE 

La più titanica tragedia di Shakespeare, dramma dell’amore padri-figli e della follia Non ho mai smesso di credere che bisogna sempre mettersi in discussione, accettare il rischio pur di far sbocciare idee nuove per meglio comprendere quel meraviglioso mondo della poesia che è il teatro. Ed eccomi qui per la terza volta, alla mia veneranda età, a impersonare Lear. Perché?
Mi sono sempre sentito non all’altezza ad interpretare quel sublime crogiolo di umanità che è il personaggio di Lear. In questa mia difficile impresa mi accompagna la convinzione che per tentare di interpretare Lear non servono tanto le eventuali doti tecniche maturate nel tempo quanto la grande ricchezza umana che gli anni mi hanno regalato nel loro, a volte faticoso, cammino.
Spero solo che quel luogo magico che è il palcoscenico possa venire in soccorso ai nostri limiti. Cosa c’è di più poeticamente coerente di un palcoscenico per raccontare la vita? E nel Re Lear è la vita stessa che per raccontarsi ha bisogno di farsi teatro.

(Glauco Mauri)

 

Quello che mi ha sempre colpito di questa tragedia, che è una delle più nere e per certi versi enigmatiche
tra quelle dell’autore inglese, è che sotto quel nero sembra splendere qualcosa di incredibilmente
luminoso e proprio questa luce sepolta dall’ombra la rende così affascinante.
Padri indegni e figli inetti, padri indegni che hanno generato figli inetti, le madri assenti, estromesse dal
dramma, parafrasando Amleto, qui la fragilità è tutta e solo maschile. Nessuno dei personaggi è in grado
di regnare, di assumersi l’onere del potere, nessuno sembra avere la statura adatta, nessuna testa ha la
dimensione giusta per la corona, chi per eccesso, vedi Lear, chi per difetto vedi tutti gli altri. Solo
giganti o nani in questo universo dipinto da Shakespeare.
I tormenti di Lear, di Gloucester, i turbamenti di Edgar, i desideri di Edmund, i tremori e i terrori delle
tre figlie del Re, Cordelia, Goneril e Regan, attraggono da sempre perché la complessità e in alcuni casi
la violenza che produce il conflitto generazionale è per forza di cose universale.

(Andrea Baracco)

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