EMILIO SOLFRIZZI

EMILIO SOLFRIZZI

“IL MALATO IMMAGINARIO” di Moliere

Con Lisa Galantini – Antonella PiccoIo – Sergio Basile – Viviana Altieri –  Cristiano Dessì – Pietro Casella – Cecilia D’Amico e con Rosario Coppolino

Musiche Massimiliano Pace

Adattamento e Regia di Guglielmo Ferro

(novembre / marzo)

 

Il teatro come finzione, come strumento per dissimulare la realtà, fa il paio con l’idea di Argante di servirsi
della malattia per non affrontare “i dardi dell’atroce fortuna”.
Il malato immaginario ha più paura di vivere che di morire, e il suo rifugiarsi nella malattia non è
nient’altro che una fuga dai problemi, dalle prove che un’esistenza ti mette davanti.
La tradizione, commettendo forse una forzatura, ha accomunato la malattia con la vecchiaia, identificando
di conseguenza il ruolo del malato con un attore anziano o addirittura vecchio, ma Moliere lo scrive per se
stesso quindi per un uomo sui 50 anni, proprio per queste ragioni un grande attore dell’età di Emilio Solfrizi
potrà restituire al testo un aspetto importantissimo e certe volte dimenticato. Il rifiuto della propria
esistenza.
La comicità di cui è intriso il capolavoro di Moliere viene così esaltata dall’esplosione di vita che si fa
tutt’intorno ad Argante e la sua continua fuga attraverso rimedi e cure di medici improbabili crea situazioni
esilaranti.
Una comicità che si avvicina al teatro dell’assurdo, Moliere, come tutti i giganti, con geniale intuizione
anticipa modalità drammaturgiche che solo nel ‘900 vedranno la luce.
Si ride, tanto, ma come sempre l’uomo ride del dramma altrui.

Guglielmo Ferro

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