FRANCO BRANCIAROLI
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FRANCO BRANCIAROLI

“IL CASO KAUFMANN” di Giovanni Grasso
con  Graziano Piazza – Viola GraziosiFranca Penone – Piergiorgio FasoloAlessandro Albertin – Andrea Bonella

Regia Piero Maccarinelli

 

LO SPETTACOLO

1941, Monaco di Baviera, carcere di Stadelheim, cella di massima sicurezza. Sono le ultime ore di Leo Kaufmann, condannato a morte per aver commesso il reato di “inquinamento razziale”. Nonostante si sia sempre dichiarato innocente, la Corte di Norimberga ha infatti stabilito l’esistenza di una relazione di carattere sessuale tra l’anziano ebreo e la poco più che ventenne “ariana” Irene Seidel.

È la vigilia dell’esecuzione, e Kaufmann chiede di poter vedere il cappellano. Non per una conversione in punto di morte, ma per far recapitare a Irene un ultimo messaggio…

Davanti al prete cattolico, nelle ultime e angoscianti ore prima della fine, Kaufmann ripercorrerà per noi la sua drammatica vicenda, sconvolgente scontro tra odio e ingiustizia.

Ispirato a una storia vera, quella di Leo Katzenberger e Irene Seidel, Il caso Kaufmann è la trasposizione teatrale dell’omonimo romanzo di Giovanni Grasso, vincitore di molti riconoscimenti, tra cui il Premio Cortina d’Ampezzo per la narrativa italiana e il Premio Capalbio per il romanzo storico.

Un nuovo tassello alla collaborazione tra la penna di Giovanni Grasso e lo sguardo del regista Piero Maccarinelli – dal cui sodalizio è nato Fuoriusciti, spettacolo di successo prodotto dal CTB – che incontra oggi un fuoriclasse della scena, Franco Branciaroli, nel ruolo di Leo Kaufmann, capofila di un cast di altissimo livello con Graziano Piazza nei panni di Padre Höfer, il cappellano del carcere, e Viola Graziosi, straordinaria interprete del ruolo di Irene Seidel.

 

NOTE DI REGIA

“Molti sono i testi che, per fortuna, ci hanno parlato di quello che è successo al popolo ebraico dopo il 1933 in Germania e il ‘38 in Italia, e successivamente in tutta Europa. Ma non sono mai abbastanza per ricordare e non dimenticare l’orrore di quella persecuzione razziale. Ancora oggi, in molti paesi europei, lo spettro dell’antisemitismo si ripresenta in molte e variegate forme. La scelta di Giovanni Grasso è quella di analizzare, attraverso le peripezie e i processi di Kaufmann, il tema ‘dell’inquinamento razziale’. È un punto di vista poco indagato, ma estremamente interessante. Kaufmann sarebbe probabilmente andato a morte per il solo fatto di appartenere al popolo ebraico. Ma l’indagine a cui ci spinge Grasso è quella della banalità del male nella quotidiana delazione, nella fabbricazione di prove inesistenti, nel sadismo della costruzione di fatti mai accaduti, dove una semplice carezza da quasi padre a figlia viene trasformata in una orrenda seduzione contro natura. (…) Credo che queste storie vadano raccontate senza sosta, per non dimenticare e per capire quanto banale possa essere il Male”.

Piero Maccarinelli

 

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