GEPPY GLEIJESES

GEPPY GLEIJESES

“IL FU MATTIA PASCAL”  dal Romanzo di Luigi Pirandello

Libero adattamento di Marco Tullio Giordana e Geppy Gleijeses

Con la partecipazione di MARILU’ PRATI e con NICOLA DI PINTO – Roberta Lucca – Giada Lorusso – Totò Onnis – Ciro Capano – Francesco Cordella –  Teo Guarini – Davide Montalbano – Francesca Iasi

Regia Marco Tullio Giordana

 

NOTE DI REGIA

Il fu Mattia Pascal, pubblicato nel 1904, è il romanzo che diede a Pirandello fama mondiale e che, in continuità con Wilde, Dostojevski, Stevenson e contemporaneamente a Conrad, Freud, Kafka, farà dilagare nella letteratura del Novecento il tema del Doppio, del Doppelgänger, in modo così invadente da spazientire Nabokov che lo considerava “di una noia mortale”. In realtà nel romanzo seminale di Pirandello le vicissitudini di Mattia Pascal e del suo specchio Adriano Meis sono il contrario della noia: tanti sono i colpi di scena e lo spazio/tempo dove si consumano in continue sovrapposizioni, da suggerire nella riduzione per la scena una chiave non realistica e indurre la macchina teatrale a mescolarsi col linguaggio parallelo del cinema, sviluppatosi anch’esso agli inizi del “secolo breve”.

Marco Tullio Giordana

 

 

“NAPOLI NOBILISSIMA”  due atti unici di Raffaele Viviani Don Giacinto (1923) e La musica dei ciechi (1928)

Con LORENZO GLEIJESES – CHIARA BAFFI con la partecipazione straordinaria di

Peppe Lanzetta

Regia Geppy Gleijeses

 

NOTE DI REGIA

Raffaele Viviani è, con Eduardo De Filippo, il più grande autore teatrale napoletano. Ha esplorato, tranne che nell’ultimo periodo della sua attività, la strada e i suoi eroi, miserabili, povera gente, rifiuti della società (così come Eduardo, mio Maestro, penetrò i gangli più reconditi dell’animo umano). Ma di Viviani ancora non si è esaminata fino in fondo la grandezza universale. Vicino a Bertolt Brecht, per tematiche e analisi umana (ma culturalmente lontanissimo non avendolo mai conosciuto o comunque preso a riferimento), Viviani, incredibilmente, pur non sapendo “scrivere” la musica -la fischiettava a un maestro-, e non conoscendo le sonorità di Weil e di Eisler, è a quella temperie musicale estremamente vicino, come se lui avesse scritto le musiche per Brecht, o Weil e Eisler per lui.
Ho già diretto e interpretato “Don Giacinto” nel 2000 per il Festival di Benevento (Franco Quadri scrisse una recensione intitolata “VIVIANI-GLEIJESES-MIRACOLO): è la storia agrodolce di un vecchietto dignitoso e a suo modo “nobilissimo”, bersagliato dalla dolente e variopinta umanità che lo circonda.
“La musica dei ciechi” è, a mio avviso, con “Sik Sik, l’artefice magico” il più bell’atto unico mai scritto da autore napoletano, paragonato, ma addirittura superiore a “I ciechi” di Maeterlinck, e narra la vicenda di un’orchestrina ambulante di ciechi, guidati da un guercio, orchestrina il cui contrabbassista è Ferdinando, sposato con Nannina, che lo salvò dall’investimento di un Tram. Un pietoso ostricaro veglia sul destino dei poveri musicanti… IMMENSO…
Affronto questa meravigliosa avventura, avendo al mio fianco Lorenzo Gleijeses, mio figlio, e Chiara Baffi, una delle attrici migliori della sua generazione. E Peppe Lanzetta, artista splendido e poliedrico, vero protagonista di “Parthenope”, l’ultimo film di Paolo Sorrentino (nel quale ben figurava anche Lorenzo).
Con noi altri 11 attori, anche freschi diplomati del Teatro Nazionale di Napoli, assoluta e virtuosa eccellenza del Teatro italiano, con cui mi onoro di collaborare. Le scene di Roberto Crea, i costumi di Chiara Donato, le luci di Luigi Ascione, miei abituali collaboratori ci aiuteranno ad immergerci nel mondo vivianeo. E naturalmente le musiche di Raffaele Viviani ci accompagneranno in questo viaggio nel mito del grande autore.

Geppy Gleijeses

Maggiori Dettagli