ORNELLA MUTI

ORNELLA MUTI

“IL PITTORE DI CADAVERI”  di Mark Borkowski

Cast in via di definizione

Regia Enrico La Manna

(da marzo )

 

NOTE

Un’opera in tre atti che inneggia alla vita attraverso la sua assenza, declinata attraverso i suoi personaggi principali: è così sprecata, celebrata sino a ergersi a vuota opera d’arte, fiaccata, resa sterile.

Edward Vitavich è un artista apprezzato per la sua capacità di stupire e ravvivare le piatte vite borghesi dei suoi estimatori. Sospeso sul ciglio dell’eccesso, rischia di veder tramutare la stima del pubblico in disprezzo. Già tormentato da unadipendenza da alcol e farmaci, viene arrestato mentre tenta di trafugare le spoglie del padre, che intende sottrarre alla nuda terra per farne parte integrante di un’opera d’arte.

Liberato su cauzione, affronta una crisi artistica ed esistenziale. Ed è a quel punto che giunge inaspettata la proposta di un ricco committente: realizzare il ritratto di sua moglie, già estimatrice dell’artista, per sublimare in eterno la bellezza dei suoi anni fecondi.

Vitavich è inizialmente contrario: non è un ritrattista, segue l’istinto e non lavora su commissione. Sarà il suo agente a premere affinché incontri il committente, accettando a malincuore l’incarico. Ma Teresa, la donna del ritratto, non bussa alla sua porta per posare. Arriva immobile in una cassa, senza vita.

Edward dovrà prendersene cura, idratarla, vestirla e agghindarla affinché recuperi le fattezze impresse nei ricordi di suo marito. Un filo di vita scorre ancoranei suoi polsi ed è così che si animerà solo per Edward. Affacciata alla soglia di una porta, immobile nella penombra, ossessionerà l’artista e i suoi sogni, sino al momento in cui prenderà la parola.

La donna, che non si è mai fatta ritrarre o fotografare, è restia a concedersi.Un patto inizia così a legarli: per ogni sua richiesta assecondata, lei gli donerà un colore. Componendo la tavolozza del pittore, Teresa restituirà all’ artista quanto a lei è stato negato: la libertà, la speranza, la fiducia di poter generare un’altra vita.

Poserà per Edward, purché la tela racconti solo la verità: le cicatrici ai polsi, lo sguardo sognante di una donna assediata da un uomo dispotico. Il ritratto sarà la sua ultima prigione, il suo corpo l’ultimo simulacro. Ma il suo cuore, come quello di Chopin, sarà libero e altrove, lontano dall’ uomo che l’ha segregata e resa infeconda.

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